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Incontri di auto-aiuto

Da alcuni anni le socie si incontrano a Chieti ogni primo lunedì del mese con esperti in percorsi di auto-aiuto. Le persone che ci hanno seguito in questi incontri sono:

 Anno 2005 - 2009: lo psico-oncologo dott. Federico Bussoletti (in via eccezionale, nell' anno 2008 - 2009 l'associazione ha erogato un contributo al Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Bio-Oncologia (C.I.N.B.O.) per riconfermare il contratto al dott. Bussoletti, altrimenti bloccato dalla A.S.L. di Chieti, ed assicurare così l'assistenza ai pazienti di tutto il reparto del day hospital oncologico).

 


Anno 2009 - 2013: la psicologa dott.ssa Anna Di Profio che partecipando volontariamente agli incontri offre la sua disponibilità e preziosa professionalità,  per l'occasione ha voluto dedicare due suoi scritti che di seguito si riportano:

 

Quando si parla di salute abbiamo l'errata idea che essa sia, in qualche modo, un fatto fortuito, piuttosto che innato o un dono di Dio. Ma queste convinzioni, fortemente radicate nell'immaginario collettivo, allontanano fortemente da quelli che sono, invece, gli assunti della ricerca, ovvero che la causa principale di molte patologie (quali i disturbi cardio-circolatori e il cancro, ad esempio) sono da ricercarsi in comportamenti non protettivi, cattive abitudini, luoghi di abitazione o lavorativi insalubri. La psicologia negli ultimi decenni si è occupata in maniera sempre crescente della individuazione dei comportamenti che in qualche misura aumentano il rischio di patologie gravi. Innanzi tutto la dipendenza da tabacco rappresenta ad oggi una delle problematiche più pericolose per la salute, rientrando tra le prime cause di mortalità nel mondo e tra le principali causalità di morte prematura in specifico. Accanto a questo vanno considerati anche il comportamento alimentare non equilibrato e sempre più caratterizzato da eccessi di cibi grassi, la scarsa attività fisica, l'abuso di alcool e non per ultimo la mancanza di abitudine a screening periodici. Ecco perché sempre di più la psicologia si è posta l'arduo compito di individuare i fattori che causano e che mantengono questi comportamenti non protettivi della nostra salute, elaborando, di conseguenza, training molto efficaci che possono aiutare gli individui a modificare i propri comportamenti non sani e migliorare la salute e la qualità di vita in genere, promuovendo, da contro, atteggiamenti protettivi e salubri. Altro punto molto importante è la prevenzione attraverso controlli periodici con esami di laboratorio in grado di monitorare il nostro stato di salute e di segnalare, anche in mancanza di una sintomatologia manifesta, eventuali anomalie o problemi. Comunque, appare chiaro che più di ogni altra cosa la salute è figlia dei nostri atteggiamenti, dei nostri comportamenti, dei nostri stili di vita e nessuno più di noi può salvaguardare ogni giorno con  gesti protettivi verso noi stessi.

Anna Di Profio - maggio 2012

 

 

Tra le malattie a minaccia per la vita, il cancro si pone come evento tra i più traumatici e stressanti col quale chi ne è colpito deve confrontarsi ed indipendentemente dai contesti culturali, è considerato in ogni caso la malattia più temuta in assoluto. Indubbiamente, poche altre malattie hanno così evidenti conseguenze per la persona ammalata, minacciando ed interferendo su tutte le dimensioni su cui si fonda l’unicità dell’essere umano: la dimensione fisica, la dimensione psicologica, la dimensione spirituale ed esistenziale e la dimensione relazionale. Di fronte a questi inevitabili cambiamenti può generarsi un persistente stato di confusione, un senso di impotenza, di disequilibrio e di solitudine, il tutto spesso aggravato dalle reazioni di parenti ed amici. La popolazione oncologica è soggetta, di fatto, ad un alto rischio psicopatologico, dal momento che si trova ad affrontare situazioni a dir poco stressanti come la diagnosi, la debilitazione, la mutilazione, le terapie aggressive; senza dimenticare poi lo stato di dipendenza che si può generare, l’allontanamento forzato o non dal proprio ambiente di vita ed infine il rischio di morte. Il paziente oncologico ha bisogno così di essere curato in tutti gli aspetti della sua patologia; è opportuno prendersi cura dei correlati psicologici che la malattia porta con sé, vanno percorse tutte le strade che conducono al miglioramento della qualità di vita dei pazienti, circoscrivendo il rischio di effetti psicopatologici che potrebbero aggravare il quadro clinico. Dalla osservazione di tutti questi elementi emerge chiara l'esigenza di una scienza specifica, la psiconcologia, che si occupi delle problematiche psicologio-esistenziali connesse al cancro. Questa nuova scienza, comunque, abbraccia una serie molto grande di aree di intervento perché non è solo importante, benché fondamentale, prendersi cura del paziente oncologico, ma gran parte del lavoro deve essere fatto soprattutto nell’ambito della prevenzione. Le stesse linee guida della SIPO, descrivono come indispensabili gli interventi di prevenzione primaria, quali le campagne contro il fumo o stili di vita non salutari (obesità, alcolismo, vita sedentaria, ecc.); quelli di prevenzione secondaria come gli screening sulla popolazione a rischio e non ultima, la formazione degli operatori del settore, per evitare da una parte il rischio di burn-out, e dall’altra di comportamenti non funzionali al benessere dei pazienti.

Anna Di Profio - marzo 2013